Il lobotomista
Negli anni '30 Walter Freeman effettuò la prima lobotomia. Pochi anni dopo si manifestarono tutti i suoi devastanti effetti.
Freeman , sviluppò una versione che prevedeva di raggiungere il tessuto del lobo frontale attraverso i dotti lacrimali. Nella lobotomia transorbitale, veniva usato un maglio per permettere al punteruolo chirurgico (ovvero una sorta di rompighiaccio lungo 20 cm e spesso 5 mm) di trapassare lo strato osseo appena al di sopra della palpebra. Il punteruolo veniva quindi mosso energicamente al fine di danneggiare il lobo frontale. Questa tecnica poteva essere eseguita ambulatorialmente, invece che in sala operatoria, e richiedeva soltanto pochi minuti. Freeman raccomandava questa procedura anche ai pazienti con lievi sintomi e come risultato, la praticò su migliaia di persone.
La lobotomia è stata a lungo criticata da esponenti del settore medico. Con l'avvento negli anni cinquanta della clorpromazina, tale pratica cominciò a sembrare barbarica e cadde rapidamente in disuso.
La lobotomia è stata a lungo criticata da esponenti del settore medico. Con l'avvento negli anni cinquanta della clorpromazina, tale pratica cominciò a sembrare barbarica e cadde rapidamente in disuso.
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