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domenica 27 marzo 2011

I Bunker Segreti Di Hitler

I Bunker Segreti Di Hitler
National geographics channel ci accompagna dentro l’idea di grandiosità e della simbologia nazista.
Entriamo nei bunker e nei nascondigli sotterranei che il regime nazista fece scavare nel sottosuolo di Berlino e che servirono da riparo per i tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nel cuore della sua città Hitler, progetta un grande piano architettonico. Siamo nel 1938, lo scopo del regime era di creare l’immagine di una potenza destinata al dominio assoluto sotto l’egida del suo fuhrer, gli operai si mettono al lavoro e iniziano una galleria a doppio senso di marcia ma il progetto resta irrisolto, a causa dello scoppio della guerra.

1940 dopo il bombardamento su Londra, Berlino subisce un primo attacco aereo, da quel momento diventa chiaro che le difese aeree della città sono insufficienti, Hitler è furibondo e impartisce l’ordine di costruire dei bunker, nonostante la propaganda avesse costantemente rassicurato il popolo tedesco circa l’invulnerabilità della Germania dai propri nemici;

Inizialmente Hitler pianifica la costruzione di sei torri antiaeree in seguito il numero viene ridotto a tre torri, in cemento, con muri perimetrali di due metri, alte sette, con cannoni in grado di spaziare a 360°. Hitler in persona abbozza i disegni. In tutte le torri di artiglieria i depositi delle munizioni sono sistemati al pianterreno. Da qui speciali ascensori trasportano le pesanti munizioni in alto fino alle piattaforme di tiro e finiscono nella cupola di protezione di cemento di 72 tonnellate. Perfino per gli standard attuali l’artiglieria tedesca era un vero prodigio di efficienza.

Come luoghi della “vittoria finale” i “duomi del tiro” sarebbero stati dopo la fine del conflitto trasformati in monumenti agli eroi di guerra e centri culturali a seconda dei casi, ma in quei giorni la loro costruzione diventa una lotta contro il tempo, il nemico è alle porte.

Su Berlino volano tremila bombardieri, in soli sessanta giorni vengono lanciate sulla città enormi quantità di esplosivo, si scatena l’inferno, con l’armata rossa che martella i ruderi di una città pressoché distrutta, difesa da ragazzini, vecchi e da quello che rimaneva delle grandi armate del reich, i bunker diventano l’unico rifugio per la popolazione,in attesa della fine.

Il venti aprile è il compleanno di Hitler, su Berlino, una strana calma, un silenzio agghiacciante, una pausa di battaglia, la quiete prima della tempesta e infatti il giorno successivo i sovietici colpiscono la città, razzi che volano sopra le teste come macabre ombre, un rumore assordante e raccapricciante, i cannoni aprono il fuoco, un milione di proiettili vengono sparati, la gente si ammassa nei rifugi, i corridoi traboccano di esseri umani che riposano sul pavimento. In città la situazione dei civili si aggrava di ora in ora. Niente elettricità, gas e luce; le macchine esplodono sotto il tiro delle artiglierie e le condutture di acqua potabile saltano per via dei bombardamenti.

I bunker progettati per far paura al nemico ora devono far fronte all’offensiva, gli scontri sono cruenti, la popolazione è spaventata e cerca rifugio dove può, odori sgradevoli, caldo opprimente, ammassati come animali e ancora quel differenziarsi come la razza superiore, l’entrata ai bunker è consentita solo agli ariani puri, nessuno straniero o ebreo vi è ammesso. I berlinesi cresciuti con la propaganda nazista temono l’armata bolscevica, tutto è meglio dei russi compreso il suicidio.

Hitler è isolato e si perde nelle sua fantasie, immerso nel suo modello di Germania, mentre la città è sotto assedio. I russi stringono la morsa su Berlino, la propaganda nazista continua a trasmettere notizie di vittoria.

Molti tentano la fuga, Hitler appare per l’ultima volta in pubblico poi entra nel bunker per non uscirne più. Si spara e il rifugio vien ricoperto di cemento.

La vita continua. Restano solo i luoghi con le cicatrici delle battaglie. Il regime nazista è finito, sotto terra. I bunker incapsulati nel cemento sono una traccia di quel sogno di vittoria che non è valso a nulla.

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