Delitti : Il piacere della morte
Liguria, 1997-1998
Dal 16 ottobre 1997 al 20 aprile 1998 la Liguria viene attraversata da un fiume di sangue. Un serial killer che uccide senza motivo, per il piacere di decidere fra la vita e la morte di qualcun altro.
INFOWEB
Donato Bilancia (Potenza, 10 luglio 1951) è un criminale e assassino seriale italiano, condannato a 13 ergastoli per aver commesso una serie di 17 omicidi fra il 1997 e il 1998 in Liguria e nel basso Piemonte, inoltre deve scontare anche una pena per un tentato omicidio..
Nato nella provincia di Potenza, si trasferì con la famiglia prima a Asti, poi a Capaccio (SA) e nel 1956 a Genova. Cresciuto con un rapporto difficile con madre, padre e fratello, inizia ben presto una carriera poco lusinghiera di ladro, come egli stesso si definisce. A 15 anni i primi guai con la giustizia, continuati nel 1974 con un arresto in flagranza di reato (furto anche in questo caso) e nel 1976 per rapina (riuscirà poi ad evadere dal carcere).
Nel 1987 il suicidio del fratello Michele, che con in braccio il figlio piccolo di 4 anni Davide si getta sotto un treno presso la stazione di Genova Pegli, lo segnò definitivamente, amplificando dei disturbi mentali già da tempo presenti.
Nel 1990 è vittima di un incidente stradale e, come 18 anni prima, nel 1972, rimane in coma per alcuni giorni.
Alla professione di ladro si unisce anche il vizio del gioco d'azzardo, come egli stesso dichiarerà in seguito ai carabinieri vinceva (ma anche perdeva) somme molto elevate in una sola serata, rimanendo tuttavia sempre fedele a dei principi etici, pagando sempre i suoi debiti e non venendo mai meno in tal senso alla sua parola. Nell'ambiente delle bische clandestine era noto con il nome di "Walter".
I primi omicidi
Il 16 ottobre 1997 Bilancia uccise Giorgio Centanaro nella sua casa soffocato con del nastro adesivo. Il delitto viene tuttavia archiviato come morte per cause naturali, in quanto non vi è alcuna traccia che si sia trattato di un omicidio. Sarà Bilancia stesso ad autoaccusarsi di tale omicidio, di sua spontanea volontà, raccontando come si svolsero i fatti e sottolineando di averlo fatto in quanto Centanaro l'aveva disonorato e truffato al tavolo da gioco.
Il 24 ottobre, per motivi analoghi (riteneva la seconda vittima complice della prima) assassinò nella loro casa Maurizio Parenti e la moglie Carla Scotto, sottraendo 13 milioni e mezzo di lire in contanti e alcuni oggetti di valore, di cui poi si liberò.
Il 27 ottobre uccise Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, introducendosi nella loro casa a scopo di rapina e il 13 novembre seguente, nella cittadina di confine di Ventimiglia freddò Luciano Marro, un cambiavalute a cui sottrasse 45 milioni di lire.
Il 25 gennaio 1998 colpì un metronotte, al solo scopo di rivalsa contro le forze dell'ordine: si trattò dell'omicidio di Giangiorgo Canu a Genova.
Il serial killer delle prostitute
Il 9 marzo a Varazze sparò a Stela Truya, prostituta albanese con cui s'era appartato.
Il 18 marzo a Pietra Ligure freddò con un colpo in testa la prostituta ucraina Ljudmyla Zubskova.
Il 20 marzo successivo rapinò e uccise un altro cambiavalute, nuovamente a Ventimiglia: si tratta di Enzo Gorni. Il cognato della vittima lo vide allontanarsi con una Mercedes nera.
Il 24 marzo a Novi Ligure in frazione Barbellotta si appartò con la transessuale "Lorena" in una villa con la sua Mercedes, che intuì le sue intenzione assassine e fuggì. In quel momento sopraggiunsero due metronotte, a cui Bilancia sparò ferendoli mortalmente, andando poi alla ricerca di Lorena, provocandole una grave ferita all'addome, ma senza ucciderla come credeva. Quindi, con un colpo di grazia alla testa, finì i due metronotte, Massimiliano Gualillo e Candido Randò.
Il 29 marzo a Cogoleto assassinò un'altra prostituta, la nigeriana Tessy Adobo. Questo omicidio rappresentò la svolta delle indagini, in quanto lo si ricollegò a quello di Stela Truya e in seguito agli altri omicidi delle prostitute, riconoscendo l'unicità dell'arma utilizzata, con degli studi balistici del RIS di Parma.
Gli omicidi sui treni e il mostro della Liguria
Quando le indagini iniziano ad essere ad un punto di volta e si sono raccolti alcuni elementi, grazie anche alla preziosa testimonianza del transessuale Lorena, che ha potuto osservare molti dettagli della Mercedes nera usata da Bilancia e fornire un preciso identikit del "mostro", Bilancia cambia improvvisamente il modo di agire e le vittime dei suoi omicidi.
Il 12 aprile infatti, sull'intercity La Spezia-Venezia fece valere le sue doti di scassinatore, aprì il bagno del vagone, e sparò ad Elisabetta Zoppetti uccidendola.
Il 14 aprile tornò ad uccidere una prostituta, Kristina Valla, e quattro giorni dopo tornò a colpire su un treno, sulla tratta Genova-Ventimiglia, assassinando Maria Angela Rubino e masturbandosi sul suo cadavere.
Il caso del mostro della Liguria sale al clamore delle cronache, dal momento che da un ambiente limitato e relativamente isolato come quello della prostituzione, era passato a colpire con assoluta casualità sui treni.
La mobilitazione delle forze dell'ordine fu totale in quel momento, con il pedinamento di vari personaggi (poi rivelatisi non coinvolti negli omicidi), cercando due tipi di automobili che erano coinvolte nel caso (Mercedes-Benz 190 nera e Opel Kadett bianca).
Il 21 aprile ad Arma di Taggia si compì l'ultimo dei delitti di Bilancia, che rapinò ed uccise il benzinaio Giuseppe Mileto.
La conclusione
La svolta del caso avvenne quando giunse ai carabinieri la notizia, apparentemente insignificante, che da un abitante del posto non veniva resa una Mercedes nera data in prova. I Carabinieri andarono a verificare di chi si trattasse, scoprendo una corrispondenza quasi perfetta di Bilancia con l'identikit di Lorena. A quel punto vennero confrontate le tracce degli pneumatici sulle scene di alcuni degli omicidi con quelle della Mercedes, che si rivelarono perfettamente compatibili. La prova del nove consistette nel prelievo del DNA del Bilancia da alcuni mozziconi di sigaretta e da una tazzina di caffè, confrontandolo con quello dell'omicida, rinvenuto sulla scena dei delitti.
Donato Bilancia venne arrestato il 6 maggio 1998 appena uscito di casa sua in via Leonardo Montaldo a Marassi dalla squadra Catturandi senza opporre resistenza e rese, dopo pochi giorni, confessione spontanea di tutti gli omicidi, attribuendosi anche il primo, quello di Giorgio Centenaro, appunto archiviato come morte naturale.
Bilancia venne condannato a 13 ergastoli per i 17 omicidi e a 16 anni di reclusione per il tentato omicidio di Lorena Castro, con sentenza del 12 aprile 2000 del tribunale di Genova, confermata poi in Corte d'appello e in Corte di Cassazione.
Scontò inizialmente la sua pena al carcere di Marassi, poi al carcere di Chiavari, tuttora sta scontando la pena nel carcere Due Palazzi di Padova.
Al caso Bilancia si ispira Ultima pallottola, una miniserie televisiva italiana, per la regia di Michele Soavi, trasmessa per la prima volta nel 2002 su Canale 5, con gli attori Giulio Scarpati, che interpreta l'ufficiale dell'Arma che conduce le indagini, e Carlo Cecchi, nella parte del serial killer.
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